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al testo di Marco Ribani
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I Luna piena è una strana domanda fatta agli alberi che cantano al vento sulla sommità delle colline una strana domanda fatta agli alberi migliaia di domande ardono sottoterra preparano l’eruzione già fremono già si scuotono migliaia di domande ardono già trovano i crateri stanno per venire allo scoperto con fuochi di genti perdute che a noi si segnalano con fuochi di genti perdute infine sgorgano le mani lanciano domande si ricordano i nomi dei perseguitati gli smembrati insepolti si ricordano i nomi nessuna arma nessuna ingiuria nulla Nulla Vengono nuvole di un tempo amaro. Vengono. Un tempo amaro. Viene II Luna piena Luna piena è un viso di donna con un fazzoletto rosso sui capelli I suoi occhi sono finestre verso l’altro mondo la bocca è una ferita antichissima La guarda una bambina, da ore, attraverso un pertugio e gli occhi sono cosi stanchi che non vedono e gli occhi sono così stanchi ma la bambina non trattiene il sogno lo lascia andare così per innocente libertà non trattiene il sogno e nella notte chiusa in un ventre materno si domanda se il vento non venga da un luogo di dolore se il vento non venga da un luogo di dolore con quel suo lamento che s’infila sotto le porte e s’intrufola acutissimo tra i vetri delle finestre. lamento che s’infila sotto le porte Il vento gentilmente comprende Lascia che gelo e nuvole formino il regale inverno Il vento gentilmente comprende Persino gli umani staranno alle regole in questo tempo duro e salato eppur così veloce da sembrare breve questo tempo duro e salato non sa che il vento reca in sé il fiato della folla dei morti e che il cielo è una densità di cenere e miele il fiato della folla dei morti |
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